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Codice Etico della Scuola per il merito e la libertà di ricerca

Data pubblicazione: 16.07.2010
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La Scuola Superiore Sant'Anna rientra nel ristretto gruppo delle università italiane che si sono dotate di un Codice Etico, che affronta e regola argomenti quali la libertà della ricerca, i possibili conflitti di interesse, che fissa norme concrete perché fenomeni come “nepotismo e favoritismo” non si creino. Alla Scuola Superiore Sant'Anna – il documento lo ribadisce – il merito è l’unico criterio di “promozione”, a tutti i livelli. Il Codice Etico, approvato sia dal Senato Accademico sia dal Consiglio di Amministrazione, è ora entrato in vigore ed è stato presentato il 15 luglio durante la conferenza stampa a cui hanno partecipato Emanuele Rossi, docente di Diritto Costituzionale, Anna Loretoni, docente di Filosofia politica, Elettra Stradella, ricercatrice. Tutti e tre rientrano fra quanti hanno collaborato in maniera significativa alla messa a punto del documento. GUARDA I VIDEO DI CANALE 50RTV38

Il Codice Etico è stato infatti elaborato, seguendo una formula innovativa, da una Commissione incaricata dal Senato Accademico, composta da Anna Loretoni, Docente di Filosofia Politica e Presidente del Comitato Pari Opportunità, supportata da Emanuele Rossi, Preside della Classe di Scienze sociali, da Donato Trenta, responsabile dell’Ufficio legale e da Elettra Stradella. La Commissione ha valorizzato l’ascolto ed il confronto con le diverse istanze e con gli spunti provenienti da tutte le componenti della Scuola. Dopo alcuni focus group, che hanno coinvolto anche il personale precario, il confronto è sfociato in un seminario di approfondimento sul tema dei codici di autoregolamentazione e sull’autonormazione etica universitaria. Frutto di questo confronto è un testo che ricalca le peculiarità della Scuola e che sottolinea la centralità dell’esistenza di una comunità solidale all’interno della quale opera una realtà di tipo collegiale, della promozione del merito quale primario valore costituzionale e quale fondamentale strumento di mobilità sociale, della fertile e permanente intersezione tra formazione e ricerca e della valorizzazione delle differenze.

Il Codice è suddiviso in tre parti: destinatari e finalità; regole di condotta; organi e strumenti di attuazione, dove si istituisce un Comitato garante, che verifica e comunica l’attuazione del Codice anche attraverso gli strumenti della rendicontazione sociale, e si introduce la figura del Consigliere o della Consigliera di fiducia, organo esterno con funzioni di assistenza, ascolto, mediazione e conciliazione. Tra le questioni affrontate dal Codice, un particolare rilievo è assunto dalla norma in tema di “nepotismo e favoritismo”, che prevede misure concretamente volte a bandirne l’esistenza e da quella sul “conflitto di interessi”, che prevede che i membri del personale della Scuola informino il Comitato garante degli eventuali interessi privati che abbiano nelle attività o nelle decisioni di propria competenza, astenendosi in ogni caso dal partecipare alle attività o alle decisioni che determinano il conflitto, e contestualmente stabilisce che la mancata comunicazione al Comitato garante, o la mancata astensione, possa costituire motivo di sanzione disciplinare. In accordo con la Carta europea dei Ricercatori, emanata dalla Commissione Europea con la Raccomandazione 2005/251/CE, il Codice precisa che la Scuola considera tutti i componenti del personale della ricerca operanti al suo interno quali professionisti, indipendentemente dalla classificazione relativa ai differenti status giuridici esistente a livello legislativo e pone in essere condizioni di lavoro tali da garantire la parità tra generi nell’esercizio delle attività di ricerca e la realizzazione di un ambiente di ricerca in grado di offrire strumenti e opportunità adeguati. Il Codice prevede inoltre che la Scuola favorisca l’affidamento di ruoli di supervisione, responsabilità e coordinamento di progetti ai giovani ricercatori.